“Da sempre, Carmignano”
Perché da sempre? In realtà è il primo pensiero che mi è balenato
in mente appena presa in mano la bottiglia. Questo incredibile vino è forse uno
dei più antichi d’Italia pare. Già gli Etruschi “avvitavano” quelle terre…dal VII secolo a.C. La prima citazione
scritta del vino "Charmignano" pare sia da attribuire al Notaio Lapo
Mazzei, che nel 1300 disse a Marco Datini, mercante pratese, di aver acquistato
per suo conto quindici some di vino Carmignano.
Furono poi i Medici a valorizzare questa terre e i loro
prodotti. Importarono vitigni dalla Francia tra cui i Cabernet, detto dai
vecchi viticoltori "uva Francesca" (proprio perché dalla Francia arrivava).
Fu poi il Granduca Cosimo III a delimitare per la prima volta la zona di
produzione del vino Carmignano con il bando del 1716 in cui fissava i confini
delle quattro zone vinicole più rinomate che gravitano intorno a Firenze:
Chianti, Pomino, Valdarno Superiore e appunto Carmignano.
Dal 1990 questo vino è una DOCG.
Analisi generale…
Toscanaà
La Toscana è una delle principali zone vitivinicole d’Italia (non solo perché è
casa mia bada bene…), con un’elevata superficie vitata è un’elevatissima
produzione. Ben 11 sono le DOCG.
È da questa terra che nasce il nome di “super vino” …il famoso termine "Supertuscan". Questo termine viene speso in relazione a quei
vini che utilizzano vitigni internazionali e metodi di invecchiamento in
barriques. Il Carmignano può essere considerato un progenitore di questa categoria
in sostanza.
Il vinoà Il
disciplinare, in breve così dispone:
-
Zona di
produzione: prodotte nei terreni collinari dei comuni di Carmignano e
Poggio a Caiano in provincia di Prato. Con particolare riferimento a quei
vigneti situati sorpa ai 400 metri.
-
Base
ampelografica: Sangiovese minimo 50%; Canaiolo nero fino al 20%; Cabernet
Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, dal 10 al 20%; Trebbiano
toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti da soli o congiuntamente, fino
ad un massimo del 10%. Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve
di altri vitigni a bacca rossa raccomandati e/o autorizzati per la provincia di
Prato fino ad un massimo del 10% del totale.
-
“Invecchiamento”:
non può essere immesso al consumo prima del l° giugno del secondo anno
successivo a quello di produzione delle uve. Qualora il vino a DOCG
“Carmignano” venga immesso al consumo a partire dal 29 settembre (giorno di S.
Michele e festa di Carmignano) del terzo anno successivo a quello di produzione
delle uve, potrà portare in etichetta la menzione “riserva”. Il periodo di
invecchiamento di cui sopra deve essere effettuato in botti di rovere e/o di castagno,
rispettivamente per almeno otto mesi per il DOCG “Carmignano” e per almeno
dodici mesi per il DOCG “Carmignano” con la menzione “riserva”; si potrà
mantenere il 5% di vino dell'annata in affinamento, da usarsi esclusivamente
per le colmature, in contenitori diversi dal legno.
-
Caratteristiche:
o
colore: rubino vivace, intenso, tendente al
granato con l’invecchiamento;
o
odore:
vinoso con profumo intenso, anche di mammola, e con più pronunciato carattere
di finezza per l'invecchiamento;
o
sapore: asciutto, sapido, pieno, armonico,
morbido e vellutato;
o
titolo alcolometrico volumico totale minimo:
12,50% vol.;
o
acidità totale minima: 4,5g/l;
o
estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
Io in pratica cosa ho bevuto?
Carmignano DOCG, anno
2015, “Il Sasso”, Piaggia, Mauro Vannucci. Eccoci al dunque alla MIA
analisi:
Perché proprio lui…
Stavolta ho barato. Conosco il Carmignano, è vino che mi
piace molto. Scorrendo la carta dei vini l’ho visto…prezzo accessibile (di poco
sopra i 20 euro). Il Sasso…Piaggia…Mauro Vannucci…la fama li precede. Ho Voluto
quindi assaggiarlo per dire la mia (come sempre).
Quando la cameriera lo ha portato ho avuto subito la sensazione
di aver fatto la scelta giusta. Etichetta elegante, bottiglia in rilievo…si beh
ho debole anche per queste cose. La bottiglia per altro la definirei un “bottiglione”.
Vetro molto pesante, quasi non sembrava una 0,75. Mi ha dato un’idea d’importanza.
L’occhio vuole la sua parte insomma.
Preso la bottiglia ho guardato subito il retro. E quello che
voglio da una “retro-etichetta”. C’era scritto tutto. Vitigni, raccolta, metodo
di produzione, non filtrato, lieviti autoctoni, invecchiamento in barriques. Insomma,
leggendo il retro ho saputo tutto quelle che si potrebbe voler chiedere avendo
il produttore davanti.
Mi è piaciuto molto.
Gli uvaggi indicati erano 70% Sangiovese, 20% Cabernet
Sauvignon e Cabernet Franc, 10% Merlot. Sono campanilista per certi versi…meglio
più nostrani che internazionali.
L’analisi visiva ha rivelato un vino rosso rubino intensissimo,
con riflessi porpora.
Al naso ancora estremamente intenso. Frutta rossa, molto
matura, amarena. Sentori di boisé (volevo fare il figo…sentori di legno in sostanza),
cannella, chiodi di garofano, bacca di cacao, note balsamiche, leggero tabacco…un
tripudio di odori. Insomma, profumo eccezionale.
Sapore intensissimo, avvolgente, di gran corpo e struttura, leggermente
sapido, buona acidità e tannino elegante (non allappa né astringe in sostanza).
Il tutto quasi mascherava i 14,5 gradi di questo vino. Non dico fosse acqua. Ma
“andava giù alla grande”.
Veniamo ora agli abbinamenti. Io personalmente lo berrei accompagnato a formaggi stagionati, carni rosse e cacciagione.
Quindi come sempre: Lo compro o non lo compro?
Beh, direi aspettate. Vi chiederete come mai…l’ho lodato fin
ora.
Vero. Verissimo.
È un vino incredibile, prezzo onestissimo (per il tipo di
prodotto, sia chiaro).
Però ho bevuto un vino eccezionale…tra qualche anno avrei bevuto
un vino più che eccezionale.
Comunque, più che raccomandato. Un vino TOP.
Saluti,
NN
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