giovedì 14 dicembre 2017

Carmignano DOCG

Da sempre, Carmignano
Perché da sempre? In realtà è il primo pensiero che mi è balenato in mente appena presa in mano la bottiglia. Questo incredibile vino è forse uno dei più antichi d’Italia pare. Già gli Etruschi “avvitavano” quelle terre…dal VII secolo a.C. La prima citazione scritta del vino "Charmignano" pare sia da attribuire al Notaio Lapo Mazzei, che nel 1300 disse a Marco Datini, mercante pratese, di aver acquistato per suo conto quindici some di vino Carmignano.
Furono poi i Medici a valorizzare questa terre e i loro prodotti. Importarono vitigni dalla Francia tra cui i Cabernet, detto dai vecchi viticoltori "uva Francesca" (proprio perché dalla Francia arrivava). Fu poi il Granduca Cosimo III a delimitare per la prima volta la zona di produzione del vino Carmignano con il bando del 1716 in cui fissava i confini delle quattro zone vinicole più rinomate che gravitano intorno a Firenze: Chianti, Pomino, Valdarno Superiore e appunto Carmignano.
Dal 1990 questo vino è una DOCG.
Analisi generale…
Toscanaà La Toscana è una delle principali zone vitivinicole d’Italia (non solo perché è casa mia bada bene…), con un’elevata superficie vitata è un’elevatissima produzione. Ben 11 sono le DOCG.
È da questa terra che nasce il nome di “super vino” …il famoso termine "Supertuscan". Questo termine viene speso in relazione a quei vini che utilizzano vitigni internazionali e metodi di invecchiamento in barriques. Il Carmignano può essere considerato un progenitore di questa categoria in sostanza.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: prodotte nei terreni collinari dei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano in provincia di Prato. Con particolare riferimento a quei vigneti situati sorpa ai 400 metri.
-          Base ampelografica: Sangiovese minimo 50%; Canaiolo nero fino al 20%; Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, dal 10 al 20%; Trebbiano toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 10%. Possono concorrere alla produzione di detto vino le uve di altri vitigni a bacca rossa raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Prato fino ad un massimo del 10% del totale.
-          “Invecchiamento”: non può essere immesso al consumo prima del l° giugno del secondo anno successivo a quello di produzione delle uve. Qualora il vino a DOCG “Carmignano” venga immesso al consumo a partire dal 29 settembre (giorno di S. Michele e festa di Carmignano) del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, potrà portare in etichetta la menzione “riserva”. Il periodo di invecchiamento di cui sopra deve essere effettuato in botti di rovere e/o di castagno, rispettivamente per almeno otto mesi per il DOCG “Carmignano” e per almeno dodici mesi per il DOCG “Carmignano” con la menzione “riserva”; si potrà mantenere il 5% di vino dell'annata in affinamento, da usarsi esclusivamente per le colmature, in contenitori diversi dal legno.
-          Caratteristiche:
o   colore: rubino vivace, intenso, tendente al granato con l’invecchiamento;
o   odore: vinoso con profumo intenso, anche di mammola, e con più pronunciato carattere di finezza per l'invecchiamento;
o   sapore: asciutto, sapido, pieno, armonico, morbido e vellutato;
o   titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol.;
o   acidità totale minima: 4,5g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 22,0 g/l.
Io in pratica cosa ho bevuto?
Carmignano DOCG, anno 2015, “Il Sasso”, Piaggia, Mauro Vannucci. Eccoci al dunque alla MIA analisi:




Perché proprio lui…
Stavolta ho barato. Conosco il Carmignano, è vino che mi piace molto. Scorrendo la carta dei vini l’ho visto…prezzo accessibile (di poco sopra i 20 euro). Il Sasso…Piaggia…Mauro Vannucci…la fama li precede. Ho Voluto quindi assaggiarlo per dire la mia (come sempre).
Quando la cameriera lo ha portato ho avuto subito la sensazione di aver fatto la scelta giusta. Etichetta elegante, bottiglia in rilievo…si beh ho debole anche per queste cose. La bottiglia per altro la definirei un “bottiglione”. Vetro molto pesante, quasi non sembrava una 0,75. Mi ha dato un’idea d’importanza.
L’occhio vuole la sua parte insomma.
Preso la bottiglia ho guardato subito il retro. E quello che voglio da una “retro-etichetta”. C’era scritto tutto. Vitigni, raccolta, metodo di produzione, non filtrato, lieviti autoctoni, invecchiamento in barriques. Insomma, leggendo il retro ho saputo tutto quelle che si potrebbe voler chiedere avendo il produttore davanti.
Mi è piaciuto molto.
Gli uvaggi indicati erano 70% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, 10% Merlot. Sono campanilista per certi versi…meglio più nostrani che internazionali.
L’analisi visiva ha rivelato un vino rosso rubino intensissimo, con riflessi porpora.
Al naso ancora estremamente intenso. Frutta rossa, molto matura, amarena. Sentori di boisé (volevo fare il figo…sentori di legno in sostanza), cannella, chiodi di garofano, bacca di cacao, note balsamiche, leggero tabacco…un tripudio di odori. Insomma, profumo eccezionale.
Sapore intensissimo, avvolgente, di gran corpo e struttura, leggermente sapido, buona acidità e tannino elegante (non allappa né astringe in sostanza). Il tutto quasi mascherava i 14,5 gradi di questo vino. Non dico fosse acqua. Ma “andava giù alla grande”.
Veniamo ora agli abbinamenti. Io personalmente lo berrei accompagnato a formaggi stagionati, carni rosse e cacciagione.
Quindi come sempre: Lo compro o non lo compro?
Beh, direi aspettate. Vi chiederete come mai…l’ho lodato fin ora.
Vero. Verissimo.
È un vino incredibile, prezzo onestissimo (per il tipo di prodotto, sia chiaro).
Però ho bevuto un vino eccezionale…tra qualche anno avrei bevuto un vino più che eccezionale.
Comunque, più che raccomandato. Un vino TOP.
Saluti,
NN



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