“Prugna.
Amarone della Valpolicella DOCG”
Questa analisi arriva un po' in ritardo. Questa splendida bottiglia
mi fu regalata tempo fa. Nitido e vivo ne rimane però il ricordo. Conservo ancora
la bottiglia.
Un buon segno?
In questo caso lo è assolutamente.
Come mai “prugna”?
Quando ripenso a questo vino che ho bevuto, il pensiero va subito a quel
frutto. Il suo odore era perfettamente distinguibile. Così come tangibile lo
era nel suo sapore. Sembrava quasi di mangiare una prugna secca. Incredibile.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Costasera”, anno 2011, produttore
Masi.
Analisi generale…
Il Venetoà Il Veneto è una delle Regioni dove il vino è sinonimo di
qualità. Un elemento alla base della sua cultura. Questa Regione costituisce il
primo produttore di vino in termini quantitativi in Italia. Infatti, questa
terra è particolarmente vocata.
Vi
sono importanti catene montuose e una vasta zona pianeggiante, dove si
riscontrano notevoli escursioni termiche tra estate e inverno. Mitigate sono le
temperature invernali in prossimità del Lago di Garda e nelle zone costiere e
pianeggianti, particolarmente torride sono invece durante la stagione estiva.
Il vitigno à Le
zone delle Colline del Garda Veronese e la Valpolicella, culla del vino di
oggi, sono caratterizzate da tre vitigni a bacca nera: Corvina, Rondinella e
Molilnara. La Corvina, vedremo, particolarmente predisposta all’appassimento.
Il vinoà La
leggenda dell’Amarone della Valpolicella vuole che sia figlio di una “dimenticanza”. Si narra infatti che un
produttore dimenticatosi delle botti contenenti il “Recioto della Valpolicella”
abbia ottenuto l’Amarone. Questo vino pare infatti sia l’evoluzione del
Recioto. Il Recioto è infatti un vino rosso dolce, ottenuto dall’appassimento
delle uve precedentemente elencate, che danno appunto vita al vino stesso.
L’Amarone è figlio del compiuto svolgimento di tutti gli zuccheri presenti nel
Recioto. In altre parole, un mosto di uve passite portato a completa
fermentazione.
Insomma, da un errore è nato un grande vino.
Sarà vero?
Non lo so, voglio però credere sia una storia vera.
Il disciplinare, in breve così dispone:
-
Zona di
produzione: sintetizzerei con le zone a nord-est di Verona, in una sorta di
mezzaluna (per non annoiarvi troppo).
-
Base
ampelografica: Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è
tuttavia ammesso in tale ambito la presenza del Corvinone nella misura massima
del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina; Rondinella dal 5 %
al 30 %. Sono ammessi fino ad un massimo del 25% totale le uve provenienti dai
vitigni:
o
a) a bacca rossa non aromatici, ammessi alla
coltivazione per la provincia di Verona[1],
nella misura massima del 15%, con un limite massimo del 10% per ogni singolo
vitigno utilizzato;
o
b) classificati autoctoni italiani[2]
per il rimanente quantitativo del 10% totale.
-
Caratteristiche:
o
titolo alcolometrico
volumico effettivo minimo: 14% vol.
o
zuccheri
riduttori residui massimo (in sostanza gli zuccheri non fermentati che
rimangono nel vino): 12 g/l in presenza di un titolo alcolometrico
effettivo di 14% vol.; sono consentiti ulteriori 0,1 g/l di zuccheri residui
per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico effettivo oltre i 14 % vol. e fino
ai 16 % vol., e 0,15 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo
alcolometrico effettivo oltre 16% vol.
o
acidità
totale minima: 5,0 g/l;
o
estratto
non riduttore minimo: 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione “riserva”.
o
colore:
rosso carico tendente eventualmente al granato con l’invecchiamento;
o
odore:
caratteristico, accentuato;
o
sapore:
pieno, vellutato, caldo.
Eccoci ora al “mio”
Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Costasera”, anno 2011,
produttore Masi.
Quando mi fu regalato percepii subito il valore di quel
dono. Oltre all’affetto di chi me lo aveva comprato.
La bottiglia era elegantissima. Un’etichetta veramente bella,
caratterizzante. Azzeccati erano i decori intorno alla parte scritta, che descriverò
con le stesse parole del produttore in retro-etichetta: moderni ma dal cuore
antico (spero di essermi fatto intendere).
Il vino era di un rosso rubino intensissimo, molto carico.
Al naso “prepotente”, da lontano si percepiva chiaramente un
forte odore di prugna secca. Si percepiva poi dell’amarena stramatura. Netti
sentori poi di spezie, note di cacao, leggero caffè e tabacco. Forse un po' di
cuoio (ma forse la mia immaginazione stava un po' viaggiando per conto suo…).
Al primo sorso si è mostrato eccezionale, intenso,
avvolgente. Caldo per il potente tenore alcolico, 15 gradi, ma non in modo
eccessivo.
Permaneva a lungo e piacevolmente in bocca.
Purtroppo altro non riesco ad estrapolare dai miei appunti e
dai miei ricordi.
Un’ottima scusa per farmene regalare un’altra bottiglia.
Sul prezzo non voglio espormi visto che è stato un regalo.
Per me il valore di quella bottiglia è inestimabile.
Vi suggerisco però di acquistarlo assolutamente.
NN
[1] Cui
al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU
n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1)
[2] ai
sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione
per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti
approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi
aggiornamenti (allegato 1)
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