venerdì 15 dicembre 2017

“Prugna. Amarone della Valpolicella DOCG”

Prugna.
Amarone della Valpolicella DOCG”
Questa analisi arriva un po' in ritardo. Questa splendida bottiglia mi fu regalata tempo fa. Nitido e vivo ne rimane però il ricordo. Conservo ancora la bottiglia.
Un buon segno?
In questo caso lo è assolutamente.
Come mai “prugna”? Quando ripenso a questo vino che ho bevuto, il pensiero va subito a quel frutto. Il suo odore era perfettamente distinguibile. Così come tangibile lo era nel suo sapore. Sembrava quasi di mangiare una prugna secca. Incredibile.
Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Costasera”, anno 2011, produttore Masi.
Analisi generale…
Il Venetoà Il Veneto è una delle Regioni dove il vino è sinonimo di qualità. Un elemento alla base della sua cultura. Questa Regione costituisce il primo produttore di vino in termini quantitativi in Italia. Infatti, questa terra è particolarmente vocata.
Vi sono importanti catene montuose e una vasta zona pianeggiante, dove si riscontrano notevoli escursioni termiche tra estate e inverno. Mitigate sono le temperature invernali in prossimità del Lago di Garda e nelle zone costiere e pianeggianti, particolarmente torride sono invece durante la stagione estiva.
Il vitigno à Le zone delle Colline del Garda Veronese e la Valpolicella, culla del vino di oggi, sono caratterizzate da tre vitigni a bacca nera: Corvina, Rondinella e Molilnara. La Corvina, vedremo, particolarmente predisposta all’appassimento.
Il vinoà La leggenda dell’Amarone della Valpolicella vuole che sia figlio di una “dimenticanza”. Si narra infatti che un produttore dimenticatosi delle botti contenenti il “Recioto della Valpolicella” abbia ottenuto l’Amarone. Questo vino pare infatti sia l’evoluzione del Recioto. Il Recioto è infatti un vino rosso dolce, ottenuto dall’appassimento delle uve precedentemente elencate, che danno appunto vita al vino stesso. L’Amarone è figlio del compiuto svolgimento di tutti gli zuccheri presenti nel Recioto. In altre parole, un mosto di uve passite portato a completa fermentazione.
Insomma, da un errore è nato un grande vino.
Sarà vero?
Non lo so, voglio però credere sia una storia vera.
Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: sintetizzerei con le zone a nord-est di Verona, in una sorta di mezzaluna (per non annoiarvi troppo).
-          Base ampelografica: Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è tuttavia ammesso in tale ambito la presenza del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina; Rondinella dal 5 % al 30 %. Sono ammessi fino ad un massimo del 25% totale le uve provenienti dai vitigni:
o   a) a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona[1], nella misura massima del 15%, con un limite massimo del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato;
o   b) classificati autoctoni italiani[2] per il rimanente quantitativo del 10% totale.
-          Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 14% vol.
o   zuccheri riduttori residui massimo (in sostanza gli zuccheri non fermentati che rimangono nel vino): 12 g/l in presenza di un titolo alcolometrico effettivo di 14% vol.; sono consentiti ulteriori 0,1 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico effettivo oltre i 14 % vol. e fino ai 16 % vol., e 0,15 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico effettivo oltre 16% vol.
o   acidità totale minima: 5,0 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione “riserva”.
o   colore: rosso carico tendente eventualmente al granato con l’invecchiamento;
o   odore: caratteristico, accentuato;
o   sapore: pieno, vellutato, caldo.

Eccoci ora al “mio
Amarone della Valpolicella Classico DOCG “Costasera”, anno 2011, produttore Masi.

Quando mi fu regalato percepii subito il valore di quel dono. Oltre all’affetto di chi me lo aveva comprato.
La bottiglia era elegantissima. Un’etichetta veramente bella, caratterizzante. Azzeccati erano i decori intorno alla parte scritta, che descriverò con le stesse parole del produttore in retro-etichetta: moderni ma dal cuore antico (spero di essermi fatto intendere).
Il vino era di un rosso rubino intensissimo, molto carico.
Al naso “prepotente”, da lontano si percepiva chiaramente un forte odore di prugna secca. Si percepiva poi dell’amarena stramatura. Netti sentori poi di spezie, note di cacao, leggero caffè e tabacco. Forse un po' di cuoio (ma forse la mia immaginazione stava un po' viaggiando per conto suo…).
Al primo sorso si è mostrato eccezionale, intenso, avvolgente. Caldo per il potente tenore alcolico, 15 gradi, ma non in modo eccessivo.
Permaneva a lungo e piacevolmente in bocca.
Purtroppo altro non riesco ad estrapolare dai miei appunti e dai miei ricordi.
Un’ottima scusa per farmene regalare un’altra bottiglia.
Sul prezzo non voglio espormi visto che è stato un regalo. Per me il valore di quella bottiglia è inestimabile.
Vi suggerisco però di acquistarlo assolutamente.
NN





[1] Cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1)
[2] ai sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1)

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