“Il Molise non esiste”
Oggi smentirò questa affermazione nel modo che meglio mi
riesce: bevendo.
Tintilia del Molise
DOC, anno 2011, “Lame del Sorbo”, Cantina Vinica, premiato dal “Bellavita di Awards 2015” con tre stelle
(il massimo)[1].
Cerco di non farmi mai “abbindolare”
dagli eventuali premi conseguiti da un prodotto, tuttavia questo vino ho un suo
perché…
Analisi generale…
Il Moliseà
Prima di scendere nel dettaglio, vorrei però introdurvi, dal punto di vista
enologico, “l’isola che non c’è”.
Il Molise è un Regione molto piccola, perlopiù collinare e
montuosa (il che è un bene per il vino: è sempre meglio non farlo in pianura),
che vanta una superficie vitata di solo 6.000 ettari circa, con una produzione
di 350.000 hl. In sostanza poca roba.
Il vitigno autoctono che la caratterizza è proprio il
Tintilia (più tutta una serie di altri vitigni “appartenenti” ad altre Regioni
e i classici internazionali). Ammetto di avere un debole per ciò che mi si dice
essere autoctono, mi dà l’idea di un qualcosa di esclusivo, di caratteristico,
di “casa”.
Il vitigno à La
Tintilia è un vitigno piuttosto rustico, che resiste bene al freddo, che però
risulta non essere molto vigoroso (in sostanza ha una produzione vegetativa non
molto spiccata) e con una produttività piuttosto bassa. L’uva, ha una intensa
componente fenolica che dona alla buccia un colore nero-bluastro. Dal punto di
vista storico, si narra sia stata introdotto in Molise nella seconda metà del ‘700,
durante la dominazione spagnola dei Borboni. Da qui il nome derivante dalla
parola spagnola “tinto”, ovvero rosso.
Il vinoà Il
disciplinare, in breve così dispone:
-
Zona di
produzione: provincia di Campobasso (sostanzialmente a sud-est della
Regione) e Isernia (nella zona sud-ovest e nord-ovest), non al di sotto di 200
m. sul livello del mare.
-
Base
ampelografica (vitigni usati): min. 95% Tintilia, max 5% vitigni rossi non
aromatici prodotti nelle zone di cui sopra. In sostanza si parla di un vino
mono-varietale, una vinificazione in purezza della Tintilia che dà appunto il
nome anche al vino
-
Tipologie:
Rosso, Rosso Riserva e Rosè. Con le seguenti caratteristiche.
o
“Tintilia del Molise” rosso: gradi alcolici min.
11,50% vol.; acidità totale minima 4,50 g/l; estratto non riduttore minimo (in
sostanza quello che rimarrebbe se facessimo evaporare la parte liquida del
vino) 21,00 g/l.
§ colore:
rosso rubino intenso, con riflessi violacei;
§ odore:
vinoso, intenso, gradevole, caratteristico;
§ sapore:
secco, armonico, morbido, caratteristico;
o
“Tintilia del Molise” rosato: gradi alcolici
min. 11,50% vol.; acidità totale minima 4,50 g/l; estratto non riduttore minimo
18,00 g/l; zuccheri residui massimo 10 g/l.
§ colore:
rosato più o meno intenso;
§ odore:
fruttato delicato;
§ sapore:
asciutto, fresco, armonico, fruttato;
o
“Tintilia del Molise” rosso riserva: gradi
alcolici min. 13,00% vol.; acidità totale minima 4,50 g/l.; estratto non
riduttore minimo 23,00 g/l.
§ colore:
rosso granato con riflessi aranciati;
§ odore:
speziato, intenso, caratteristico;
§ sapore:
secco, armonico, morbido, caratteristico;
Tutto molto
interessante converrete. Tuttavia, io in pratica cosa ho bevuto?
Tintilia del Molise
DOC, anno 2011, “Lame del Sorbo”, Cantina Vinica. Eccoci al dunque alla MIA
analisi:
Innanzi tutto, perché l’ho scelto…
Volevo risentire questo vitigno. Volevo assaggiare un po' di
Molise.
La prima cosa che comunque mi ha colpito positivamente è
stata però l’etichetta. Chi sa del delicato mestiere dell’illustratore, mi ha
detto: “un’etichetta deve essere chiara e leggibile prima di tutto”. Beh, questa credo sia più che valida. Non
pomposa, semplice, diretta…della serie “ehi
eccomi cercavi del Molise? Io son qui”. Non ho dovuto indagare minuti per
capire che bottiglia fosse in sostanza.
Poi un’altra cosa mi colpito, in negativo però. Premetto che
è una cosa puramente estetica e soggettiva. Il tappo. Stile acqua minerale…il
famoso tappo a vite.
Esteticamente osceno.
Forte è la diatriba in merito. È effettivamente comodo e “di tappo” non guasterà mai il sapore di
un vino. Cosa non da poco.
Però è veramente brutto. Chiedo venia.
Anche questo mio “fastidio”
mi ha un po' attratto.
Poi ho letto una cosa che invece adoro. Non filtrato.
Bellissimo. Anche qui parlo per me per carità. Però il sapere che “nulla dalla mia bottiglia è stato portato
via”, un po' mi emoziona. L’idea che tutto quel che poteva dare sentori e
sapori al vino sia rimasto lì, lo vedo come un punto in più. Non importa se non
vedrò attraverso il mio bicchiere, se la luce non farà brillare il mio calice,
se avrò dei residui all’ultimo assaggio. Io Voglio tutto questo.
La mia compare di bevute, osservando il calice mi ha detto:
“guarda una pigna sul fondo”. Che
bellezza quei residui…
L’annata, 2011. 6 anni di vino circa. Non pochi. Non
credevo, da ignorante, che questo vino potesse arrivare a tanto. Mi
sbagliavo. Spiccata era l’acidità e giusto il tannino. Credo che abbia ancora
qualche anno di vita innanzi a sé.
L’analisi visiva ha rivelato un vino rosso rubino, piuttosto
intenso con un’unghia granata dovuta al passare degli anni.
Al naso si è mostrato intenso. Già a qualche centimetro dal
bicchiere palese era il suo aroma…frutta rossa, direi ciliegia matura, e in
parte anche qualche sentore di frutta di bosco. Si percepiva nettamente anche
una nota speziata…pepe nero, cannella, chiodi di garofano. Anche un leggera
nota di bacca di cacao era presente. Insomma, un naso importante.
Nonostante si tratti di un vino non filtrato non ha rivelato eccessive
“puzzette”, mantenendo una buona pulizia.
Sapore intenso, spiccata acidità e buona tannicità. Non
molto corposo, ma non leggero. Leggera era anche la nota sapida. Alcolico a
sufficienza, caldo, 13 gradi alcolici.
Veniamo ora agli abbinamenti. Io personalmente lo berrei con
della carne rossa non troppo elaborata. Forse anche dell’agnello. Non lo vedo
però all’altezza della cacciagione.
Quindi? Lo compro o non lo compro, mi direte…
Beh io direi assolutamente sì. Il prezzo si aggira
mediamente intorno ai 14 euro. Li vale assolutamente. Però quel tappo…
NN
[1]
Manifestazione “Bellavita di Amsterdam”, organizzata dall’Unionecamere Molise
in collaborazione con la Regione Molise.
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