lunedì 26 febbraio 2018

Barbera d’Asti DOCG “Montebruna”, annata 2015, produttore Braida di Giacomo Bologna


Barbera d’Asti DOCG “Montebruna”, annata 2015, produttore Braida di Giacomo Bologna
Di ritorno acciaccato da Torino, ho deciso di fermarmi ad Asti per il pranzo. Anche stavolta spenderò due parole sul ristorante dove ho mangiato: Cento Torri. Non lo conoscevo minimamente, le recensioni di altri clienti online e il caso mi hanno condotto li.
Mangiato divinamente. Prezzi onestissimi e una fornita cantina di vini locali. Insomma non si può chiedere di più. Eccellente anche il servizio.
Mi son fatto la “trafila” dell’asino, sia per il primo che per il secondo. Ottimo. Buonissimo anche il dolce…ed il vino.
Insomma, se passate in zona è da provare sicuramente.
Sfoglio la carta dei vini, come dicevo fornitissima. Mi cade l’occhio su questo produttore…Braida. La fama lo precede. Testarlo a pochi chilometri da “casa sua” era la scelta migliore. Opto quindi per il loro “Montebruna”.
La cantina Braida è sinonimo di barbera. Celebre è il loro “Bricco dell’Uccellone”, un vino che ha fatto da tracciante nella storia di questo vitigno. Si tratta di un azienda familiare, dove il sapere del padre è passato ai figli. Conta su oltre sessanta ettari vitati, con le vigne disposte principalmente nelle terre di Rocchetta Tanaro, Castelnuovo Calcea, Costiglione d’Asti, Mango d’Alba e Trezzo Tinella.
Analisi generale…
Il Piemonteà Il Piemonte insieme a Toscana e Veneto, costituisce una delle principali Regioni vinicole italiane, culla di ben 16 DOCG, 42 DOC e nessuna IGT. Veramente una produzione degna di nota.
Il vitigno à Il Piemonte, in particolare le zone del Monferrato, sono caratterizzata dalla presenza del vitigno di oggi: la Barbera. Questo vitigno a bacca nera, ritenuto autoctono del Piemonte, è uno dei più diffusi in Italia. I vini che ne derivano sono caratterizzati da colore rosso rubino intenso (vista l’importante presenza fenolica) e da una ottima componente olfattiva.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: Nella provincia di Asti ed Alessandria.
-          Base ampelografica: I vini a D.O.C.G. “Barbera d’Asti” devono essere ottenuti dalle uve provenienti da vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Barbera minimo 90%; altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte: massimo 10%.
-          Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 12,00% vol.; con indicazione di “vigna” 12,50% vol.;
o   acidità totale minima: 4,5 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l;
o   colore: rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento;
o   odore: intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento;
o   sapore: asciutto tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole, di gusto pieno.
Eccoci ora al “mio
 Barbera d’Asti DOCG “Montebruna”, annata 2015, produttore Braida di Giacomo Bologna

Eccoci quindi alla mia bottiglia.
Etichetta bellissima. Elegante e caratteristica. Chiara e poetica. Belle le parole del canta-autore Paolo Conte sul retro-etichetta.
L’occhio vuole la sua parte? Eccoci ampiamente accontentati.
Fermentazione in vasche d’acciaio per 2 settimane a temperatura controllata e un 1 anno di maturazione in grandi botti di rovere da 20, 35, 55 hl.
Mi versano il vino. Rosso rubino molto intenso, quasi violacee…impenetrabile.
Al naso potente. Lo speziato esplode, pepe nero, leggeri chiodi di garofano.
Frutta rossa matura, ciliegia, frutti di bosco, leggera prugna.
Netta la nota minerale fresca, balsamica.
Ecco poi del tabacco, un leggero cacao e boisè.
Lo bevo.
Equilibratissimo, giustamente tannico, fresco di acidità e caldo di 14,5 gradi alcolici. Vellutato e rotondo.
Bella sapidità.
Ottima persistenza
Insomma, un gran bel vino.
Abbinamento? Primi e secondi di carne. Io ci ho messo l’asino. Top.
Si compra??
Assolutamente, ottimo rapporto qualità prezzo.
NN



mercoledì 21 febbraio 2018

“Dalle Vette del Sud” Aetneus, Etna Rosso DOC, produttore I Vigneri - I Custodi delle Vigne dell’Etna, annata 2007


Dalle Vette del Sud
Aetneus, Etna Rosso DOC, produttore  I Vigneri - I Custodi delle Vigne dell’Etna, annata 2007

Per una volta voglio spendere due parole sul posto dove ho bevuto questo vino. La Beppa Fioraia. Ottimo ristorante in quel di Firenze. Dalla pizza, ai primi non sbagliano un colpo. Il menù non è ampissimo. Per me un punto a favore. Tutto molto ricercato e ben fatto, per tutti i gusti. Personale gentile e disponibile. E poi quello che più mi importa…Un’interessante carta dei vini.
Insomma un posto in cui mi piace andare e che frequento spesso…se non lo conoscete provatelo. Non rimarrete delusi.
Spulciando la carta dei vini vedo lui. Etna Rosso, Aetneus…produttore “I Vigneri - I Custodi delle Vigne dell’Etna”, . La fama precede questo produttore. Ne avevo sentito spesso parlare.
Un produttore che fa dell’armonico legame tra viticoltura e natura la sua forza.
I vigneti di questa azienda si trovano in zone piuttosto impervie, nella zona ad est dell’Etna, tra i 650 e 1200 metri d’altitudine su terrazze di pietra lavica. Il clima in queste zone è caratterizzato da grandissimi sbalzi di temperatura, dalle freddo quasi alpino invernali, al torrido caldo Siciliano.
Alta è la densità di degli impianti, circa 9000 per ettaro, con piante anche ultracentenarie. Segnali spesso sinonimo di qualità.

Analisi generale…
Siciliaà Il territorio vitivinicolo della Sicilia comprende una superficie vitata tra le più importanti in Italia, circa 107.000 ettari. Il territorio siciliano è montuoso per circa il 25% e collinare per circa il 60%. Il livello qualitativo ha riscoperto nel tempo un livello qualitativo sempre più importante. La vitivinicoltura della Sicilia infatti, per molti anni finalizzata all'ottenimento di vini da taglio (alta gradazione e grossi quantitativi) ha fatto negli ultimi anni progressi notevolissimi, raggiungendo ragguardevoli risultati in campo enologico. La struttura dei vini siciliani, dovuta sia al tipo di vitigni che all'ambiente pedoclimatico, accompagnata al miglioramento qualitativo e all'affinamento delle tecniche enologiche, ha fatto si che molti prodotti si siano ormai imposti con pieno merito sui mercati nazionali ed internazionali. Questa Regione conta una sola 1 DOCG, 23 DOC e 7 IGT.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Etna” ricade nella provincia di Catania e comprende i terreni di parte dei territori dei comuni di Biancavilia, S. Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande, Aci S. Antonio, Acireale, S. Venerina, Giarre, Mascali, Zafferana, Milo, S. Alfio, Piedimonte, Linguaglossa, Castiglione, Randazzo.
-          Base ampelografica: Nerello Mascalese minimo 80%; Nerello Mantellato (Nerello Cappuccio) da 0 a 20%. Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino ad un massimo del 10% del totale, anche uve provenienti da altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Sicilia, come sopra specificato.
-          Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 12,50% vol;
o   acidità totale minima: 5,0 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
o   colore: rosso rubino con riflessi granato con l'invecchiamento
o   odore: intenso, caratteristico;
o   sapore: secco, caldo robusto, pieno, armonico;
Eccoci ora al “mio
Aetneus, Etna Rosso DOC, produttore I Custodi delle Vigne dell’Etna, I Vigneri, annata 2007

Aetneus è composto dal Nerello Mascalese nella misura dell’80% poi dal Nerello Cappuccio e Alicante.
La zona precisa di produzione è localizzata sul versante nord dell'Etna nel Comune di Castiglione di Sicilia.
Uve raccolte e selezionate a mano. Macerazione in acciaio per 12 giorni e maturazione in barriques per almeno 24 mesi.
Iniziamo con l’analisi della bottiglia. 
Bellissima.
Bello il vetro con il simbolo della vite ad alberello. Molto bella l’etichetta, a richiamare i disegni in matita sanguigna su carta antica. Retro-etichetta chiarissimo ed esauriente. 
Una veste da grande vino.
Mi versano il vino.
Rosso rubino intenso, che però sta iniziando a virare al granato. Si tratta di un vino del 2007.
Ci metto il naso.
L’altitudine con i suoi sbalzi di temperatura e i terreni vulcanici fanno sentire i propri risultati.
Odore molto intenso. Fresco. Prepotente. Frutta rossa matura di amarena e ciliegia marasca. Mirtillo. Ecco lo speziato…pepe nero e chiodi di garofano. Potentissima mineralità e balsamicità. Emergono poi sentori di tabacco e cuoio.
Naso eccellente. Da vino montano, quasi alpino.
Lo assaggio. Bellissimo il contrasto. Prima freschissimo di una vibrante acidità, poi caldo di una bella alcolicità (ben 14,5 gradi).
Giustamente tannico, bella struttura.
Insomma un grande vino. Praticamente 11 anni sulle spalle. Se non avessi letto l’etichetta, solo il colore lo avrebbe “tradito”. Un ragazzo.
Vino che affronta il passare degli anni senza nessun tipo di problema.
Ottimo davvero.
Abbinamento con piatti di carne, anche molto elaborati. Ottimo anche con la selvaggina.
Da comprare?
Assolutamente sì. Grandissimo Etna DOC. D’obbligo.
NN

martedì 20 febbraio 2018

“Saperci fare” Tancredi, Rosso Terre Siciliane IGT, annata 2012, produttore Donnafugata


Saperci fare
Tancredi, Rosso Terre Siciliane IGT, annata 2012, produttore Donnafugata
Saperci fare…si
Nelle mi riflessioni ho spesso cercato di darmi una risposta su "chi" debba essere un produttore vitivinicolo.
Fare un ottimo vino è il primo passo.
Non l’unico però.
Il viticoltore, ovvero l'imprenditore agricolo, è infatti, prima di tutto imprenditore. 
Deve sapersi vendere e inserire nel mercato fino a risultare un marchio “certezza” per il consumatore.
Donnafugata, a mio parere, esprime il concetto di produttore a 360 gradi.
Coniuga poi l’elemento artistico alle sue bottiglie in modo vincente. Le sue etichette sono realizzate appositamente da un grafico, costituendone un elemento distintivo e unico.
Ho avuto inoltre l’occasione di visitare le loro cantine a Marsala nelle mie vacanze siciliane.
Esperienza davvero piacevole.
Piccoli gruppi, spiegazioni esaurienti, degustazione in tranquillità e prezzo onesto.
Sembra una banalità…ma non lo è.
Sempre in Sicilia un produttore mi chiedeva minimo 80 euro per fare una degustazione (di due etichette) e breve giro per le cantine… Un altro ha organizzato un gruppone di 30/40 persone e una degustazione all’insegna del “muovetevi”. Quindi un ulteriore punto di merito per questo produttore.
Passiamo però all’analisi del loro Tancredi.

Analisi generale…
Siciliaà Il territorio vitivinicolo della Sicilia comprende una superficie vitata tra le più importanti in Italia, circa 107.000 ettari. Il territorio siciliano è montuoso per circa il 25% e collinare per circa il 60%. Il livello qualitativo ha riscoperto nel tempo un livello qualitativo sempre più importante. La vitivinicoltura della Sicilia infatti, per molti anni finalizzata all'ottenimento di vini da taglio (alta gradazione e grossi quantitativi) ha fatto negli ultimi anni progressi notevolissimi, raggiungendo ragguardevoli risultati in campo enologico. La struttura dei vini siciliani, dovuta sia al tipo di vitigni che all'ambiente pedoclimatico, accompagnata al miglioramento qualitativo e all'affinamento delle tecniche enologiche, ha fatto si che molti prodotti si siano ormai imposti con pieno merito sui mercati nazionali ed internazionali. Questa Regione conta una sola 1 DOCG, 23 DOC e 7 IGT.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti a essere designati con l’indicazione geografica tipica “Terre Siciliane” comprende l’intero territorio amministrativo della Regione Sicilia.
-          Base ampelografica: I vini a indicazione geografica tipica “Terre Siciliane” bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Sicilia a bacca di colore corrispondente, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato con D.M. 7 maggio 2004, e successivi aggiornamenti, riportati nell’allegato 1 del presente disciplinare.
-          Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 10,50 % vol
o   acidità totale minima: 3,5 g/l
o   estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
o   colore: rosso rubino più o meno intenso
o   odore: gradevole, fine;
o   sapore: da secco a dolce, armonico;
Eccoci ora al “mio
Tancredi, Rosso Terre Siciliane IGT, annata 2012, produttore Donnafugata

GRAZIE A giultzz - giulia costanza PER LA BELLISSIMA ILLUSTRAZIONE


Inizio dall’analisi visiva della bottiglia. Inconfondibile. Bellissima etichetta. Elegante.
Retro-etichetta chiaro e conciso.
Uvaggio: Cabernet Sauvignon, Nero d’Avola e Tannat.
Viene prodotto nella Sicilia sud-occidentale, nella Tenuta di Contessa Entellina e territori limitrofi in terreni situati ad un’altitudine dai 200 a 600 m s.l.m. Le rese sono piuttosto basse, circa 50 -60 q.li/ha.
Vendemmia selezionata a mano.
La Fermentazione avviene in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 14 giorni. Affinamento per circa 14 mesi in barriques di rovere francese (nuove e secondo passaggio) e almeno 30 mesi in bottiglia.
Gradi alcolici 13,5.
Verso il vino nel bicchiere. Rosso rubino molto intenso, impenetrabile.
Ci metto il naso. Elegante e potente. Frutta rossa molto matura, ciliegia, amarena e mora. Poi arriva un importante cacao, tabacco e liquerizia in bastoncino. Tutto molto nitido e distinguibile.
Lo bevo. Eccellente. Rotondo, Caldo, Tannini eleganti e setosi. Buona struttura, ottima acidità e persistenza.
Abbinamento? Richiede piatti di carne anche di discreta importanza. Lo vedo bene con della cacciagione.
Eccoci sul finire…da comprare o no? Assolutamente. Ottimo vino. Una sicurezza. Costo 25 euro circa. Da comprare e ricomprare.
NN

martedì 13 febbraio 2018

“Il suo fegato con fave e Chianti” Chianti Classico Gran Selezione 'San Lorenzo', produttore Castello di Ama, annata 2014


Il suo fegato con fave e Chianti”
Chianti Classico Gran Selezione 'San Lorenzo', produttore Castello di Ama, annata 2014

La fama lo precede senza dubbio.
Un Grande del Chianti Classico.
Ama prende il nome da un piccolo borgo arroccato sulle colline toscane che, fin dal XIV secolo, son state protagoniste nella produzione del vino. Circa negli anni ’70 del secolo scorso, alcuni soci hanno creato l’azienda Castello di Ama, accollandosi la sfida di riportare Ama agli splendori del passato. L’azienda è oggi gestita da Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, che con circa ottanta ettari di vigneto, producono etichette di qualità eccelsa, riconosciute in tutto il mondo.
La mia “fissazione” di arte e vino trova poi in questo produttore la sua massima espressione. Nell’azienda si trovano infatti tutta una serie di installazioni di arte contemporanea, realizzate da grandi artisti di tutto il mondo appositamente invitati. Uno spettacolo da vedere.
Ma insomma, il vino è buono o no?
Chianti Classico Gran Selezione 'San Lorenzo', produttore Castello di Ama, annata 2014
Analisi generale…
La Toscanaà La Toscana è una delle principali zone vitivinicole d’Italia, con un’elevata superficie vitata e un’elevata produzione del punto di vista quantitativo e qualitativo. Ben 11 sono le DOCG., 40 le DOC e 6 IGT.
Il vino àIl Chianti rappresenta la Toscana nel mondo, anzi forse il vino italiano nel mondo. Mi darebbe ragione pure il buon Dott. Lecter che amava abbinarlo ai suoi insoliti pasti («Mangiai il suo fegato con fave e Chianti»). Un vino che viene in sostanza apprezzato in tutto il mondo.
Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: Sostanzialmente i seguenti comuni situati in provincia di Firenze e Siena: tutto il territorio dei comuni di, Castellina in Chianti (SI), Castelnuovo Berardenga (SI) e Poggibonsi (SI), Gaiole in Chianti (SI), Radda in Chianti (SI); parte del territorio dei comuni di Barberino Val d'Elsa (FI), Greve in Chianti (FI), San Casciano in Val di Pesa (FI), Tavarnelle Val di Pesa (FI).
-          Base ampelografica: Sangiovese dall’80% fino al 100%. Possono inoltre concorrere alla produzione le uve a bacca rossa provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Toscana nella misura massima del 20% della superficie iscritta allo schedario viticolo. Tali vitigni, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7 maggio 2004 e successivi aggiornamenti, sono riportati nell’allegato 1 del presente disciplinare.
-          Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 12,00%; vol, per la "Riserva" 12,50% vol;
o   acidità totale minima: 4,5 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 23,0 g/l.
o   colore: rubino che può divenire talvolta secondo l’origine intenso e profondo;
o   odore: note floreali di mammole e giaggiolo unite ad un tipico carattere di frutti rossi. Fini note speziate e balsamiche in alcune riserve e selezioni;
o   sapore: armonico, asciutto (con un massimo di 4 gr./l di zuccheri riduttori), sapido, buona tannicità che si affina col tempo al morbido vellutato.

Eccoci ora al “mio
Chianti Classico Gran Selezione 'San Lorenzo', produttore Castello di Ama, annata 2014


Uvaggio: 80% Sangiovese, 13% Merlot, 7% Malvasia Nera. Gradazione alcolica: 13%. Spiando sulla scheda tecnica trovo: acidità totale 6,1 g/l ed estratto 30,9 m/l.
Vendemmiato rigorosamente a mano
Guardo bene la bottiglia. Impeccabile ed elegante da grande vino. Eleganti anche le tonalità di colore. Testo dell'etichetta tutto chiaro e perfettamente leggibile. Si capisce che “masticano” di arte.
Verso il vino nel bicchiere.
Di un bel rosso rubino carico.
Ci metto il naso. Frutta rossa matura, ciliegia, amarena, leggera fragola.
Poi ecco le spezie, prepotenti: pepe, chiodi di garofano.
Il tutto condito da sentori di cuoi, liquerizia, leggera bacca di cacao e tabacco.
Ottimo.
Finalmente lo bevo.
Prepotente, un po' acerbo. Son stato frettoloso, il prossimo si apre tra qualche anno.
La qualità però è inconfondibile. Bello il tannino. Vino, caldo e allo stesso tempo fresco di una bella acidità. Il frutto è maturo e prepotente in bocca. Un vino vivo che darà molto di più tra qualche anno.
Ottimo prodotto, grande vino.
Abbinamenti?
Lecter lo apprezza con il fegato umano. 
Gusti particolari. 
Però si, anche io direi ottimo con la carne. Ora lo vedo con della carne alla brace. Tra qualche tempo ottimo con la cacciagione (ma mettetecelo pure ora ci sta alla grande!)
Quindi si compra?
Si prendetelo. Il 2014 è stata un’annata difficile per tutti, però alcuni produttori sembrano aver dominato gli elementi. Castello di Ama è uno di loro. Costo circa 24 euro. Da prendere sicuramente.
NN





lunedì 12 febbraio 2018

Il mio Chianti Lovers


Conclusa la manifestazione Chianti Lovers, mi trovo oggi a farne un breve resoconto.
Si tratta sicuramente di una manifestazione interessantissima e estremamente piacevole, utile tanto ai produttori quanto agli avventori.
Nella bella cornice della Fortezza da Basso (Ottima Location…come direbbe il buon Alessandro Borghese) ho trovato un’ottima organizzazione e grande disponibilità dei produttori presenti. Peccato sia stato sostanzialmente quasi impossibile partecipare il pomeriggio alle 16…quando, aperti i gabbioni, il tutto si è fatto insostenibile.
Farò un breve sunto, facendo riferimento a quei 4 produttori che più mi hanno colpito, tra vecchie e nuove conoscenze…
      1)      Azienda Agricola Frascole.
Questa piccola azienda biologica (circa 15 ettari di superficie) si trova nella zona Wild della Rufina. Sostanzialmente sopra Dicomano. Un piccolo paese nell'Appennino tosco-romagnolo. Avevo già in precedenza visitato l’azienda, facendovi una degustazione. Epico il loro Vin Santo (mi son assaggiato il 2001). Un concentrato straordinario, da provare assolutamente.
A Chianti Lovers hanno presentato i loro Chianti Rufina in anteprima. Bel prodotto davvero. Vivace di acidità, tannicità e sapidità. Un Rufina come deve essere. Insomma nessuna sorpresa, come lo conoscevo l’ho ritrovato…ottimo produttore e ottimi prodotti.
      2)      Agrisole.
Si tratta di una bella realtà in zona San Miniato. Un’azienda in conversione a conduzione familiare che garantisce da tempo un'ottima qualità.
La zona di San Miniato è caratterizzata da forti escursioni termiche, ottimo presupposto per vini di qualità.
Feci una degustazione, circa un anno fa, rimanendo colpito, domenica a Chianti Lovers non sono stato deluso. Hanno presentato un bel chianti 2017. Si è trattato di un’annata difficile a causa della siccità. Ottima qualità, rese bassissime. Ma si sa dalle difficoltà nascono grandi cose. Il loro chianti 2017 in anteprima si è rivelato incredibilmente equilibrato e caratterizzato da un bel frutto maturo di amarena. Altra piacevole conferma.
      3)     Fattoria le Poggiola.
Si tratta di una piccola azienda biologica, con una superficie vitata di 5 ha circa, situata nel comune di Serravalle Pistoiese, a 8 km da Pistoia. Non conoscevo questa realtà. Hanno portato il loro Chianti Superiore 2016 in anteprima. Un bel prodotto davvero, caratterizzato da una bella speziatura, da un bel frutto maturo intenso. Il tannino si mostrava piacevolmente rustico. Ho assaggiato anche il loro “Barsi”, il loro chianti superiore già in commercio, annata 2015. Da provare. Bella piacevole scoperta.
      4)      Marchesi Gondi.
Si parla di un’azienda diversa dalle realtà precedenti. Un produttore che già nel ‘600 circa si destreggia nel mondo del vino. Si trova nella zona del Chianti Rufina, a solo 18 km da Firenze.
In anteprima ha presentato il suo 2016 e il suo 2015 riserva. Entrambi ottimi vini, di gran equilibrio, rotondità ed eleganza. Si tratta di un’azienda con uno slancio più internazionale (esportano in gran parte all’estero) rispetto alle precedenti, tuttavia non tradisce la sua terra, proponendo un chianti vero e genuino.

Questi sono stati i 4 produttori che più mi hanno colpito, senza nulla togliere a gli altri…
E a voi?
NN

mercoledì 7 febbraio 2018

“Il mio nome è mai più” D.D.R. Lambrusco di Modena D.O.C. Spumante Metodo Classico Vendemmia 2009, Produttore Cantina della Volta

Il mio nome è mai più
D.D.R. Lambrusco di Modena D.O.C. Spumante Metodo Classico Vendemmia 2009, Produttore Cantina della Volta
Concludo con il botto. L’ultima bottiglia di Cantina della Volta rimastami.
Prodotto eccezionale.
Avrei potuto dare mille nomi a questa recensione…Ho scelto il titolo di una vecchia canzone “il mio nome è mai più”. A malincuore.
Perché?
Mi è stato spiegato che verosimilmente non verrà più prodotto. È stata una prova, che non verrà più riproposta.
Tristezza.
Questo prodotto mi ha davvero emozionato. L’ho trovato un’espressione eccezionale di questo vitigno.
Con tutto il carattere che questa modalità di produzione gli ha conferito.
Un peccato.
Però io ci spero.
Con questo ultimo colpo Cantine della Volta sale nel mio personale albo dei top produttori. Complimenti ancora.
Analisi generale (Lambrusco di Sorbara DOC)…
L’Emilia-Romagnaà L'Emilia-Romagna rappresenta una delle più grandi regioni vitivinicole in termini di estensione, con circa 60.000 ettari vitati. La superficie regionale è perlopiù pianeggiante, e con una resa tra le più elevate d’Italia. Non esattamente un segno di qualità.
Le zone di Reggio-Emilia e Modena sono invece dominate dalla coltivazione del Lambrusco, nelle varietà Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco e l'Ancellotta. Il Lambrusco di Sorbara e il Lambrusco Grasparossa sono più diffusi nel Modenese.
Il vitigno à Il termine Lambrusco indica una serie di vitigni a bacca nera differenti e il vino prodotto con questi. In Italia esistono diverse DOC e IGT specifiche per il lambrusco. Il Lambrusco di Sorbara prende il suo nome dalla frazione di Sorbara del comune di Bomporto, nel modenese. È caratterizzato dal fenomeno dell'acinellatura, dovuto ad un aborto floreale spontaneo che provoca una sensibile perdita di prodotto. Tale fenomeno pare sia provocato in via principale dalla sterilità del polline. Questa particolare caratteristica del vitigno Lambrusco di Sorbara contribuisce a renderlo unico.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: principalmente nella provincia di Modena
-          Base ampelografica: Lambrusco di Sorbara: minimo 60%, Lambrusco Salamino: massimo 40%; altri Lambruschi, da soli o congiuntamente fino a un massimo del 15%.Affinamento/invecchiamento: Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 11,00% vol.;
o   acidità totale minima: 6,0 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
o   colore: rosato più o meno intenso;
o   odore: gradevole, fine, gentile, floreale, ampio e composito;
o   sapore: da brut nature a dolce, abboccato o semisecco, amabile, dolce, fresco, sapido ed armonico;
o   spuma: fine e persistente.
Eccoci ora al “mio
D.D.R. Lambrusco di Modena D.O.C. Spumante Metodo Classico Vendemmia 2009, Produttore Cantina della Volta

L’ho trovato un vino particolarissimo, da provare assolutamente.
Il modus operandi rimante lo stesso. Metodo classico. Raccolta a mano di uve selezionate. Prima fermentazione in tini d’acciaio.
Seconda fermentazione in bottiglia. Le bottiglie sono stoccate a temperatura costante di 12°C per un periodo di 84 mesi.
Ben 84 mesi…7 anni.
Dopo il rémuage e successivo dégorgement si procede con l’aggiunta della liqueur d’expédition e il confezionamento. La sigla DDR sta per Degorgiatura Dosaggio Recente. In particolare Degorgiatura avvenuta nel Febbraio 2017.
Tutta la particolare procedura gli conferisce un’unicità difficilmente imitabile.
Iniziamo con la mia analisi.
Bottiglia impeccabile come sempre. Il particolare della scritta DDR in oro e in rilievo…bellissimo.
Vado ad aprila. Detona…non scherzo. Attenti quando l’aprite. Il tappo parte tipo Sojuz in viaggio spaziale.
Dopo il pericolo scampato, verso il vino nel bicchiere. Si rivela di un rosso rubino intenso con unghia granata. Ricorda un po' il colore del vino di uve rosse passite. Molto bello.
Spuma ordinata e persistente.
Ci metto il naso.
Frutta rossa matura, amarena, prugna, mora e ribes. Spezie, di pepe nero, chiodi di garofano, rosa essiccata e leggera cannella. Si sente poi una nota particolare che accompagna il tutto…quasi di buccia di arancia lasciata essiccare.
Poi la crosta di pane e i lieviti. Il tutto condito da un’ottima nota minerale.
Naso eccezionale.
Si conferma in bocca. Fresco ma caldo di 13 gradi alcolici. Effervescenza piacevole e mai invadente.
Ottima persistenza.
Vino davvero buonissimo, il miglior particolare lambrusco che abbia mai sentito.
Provatelo. Costo Solo 20 euro circa. Quindi non aspettate, prendetelo prima che finisca!
Abbinamento classico da Lambrusco. Ottimo per cibi grassi. Io ci ho messo una cassoulet, per fare un po' il sofisticato. Ottimo abbinamento.
Cara Cantina della Volta spero ti ricreda e decida di produrlo ancora una volta.
Concludo quindi il mio breve viaggio nei Lambruschi di questa cantina. Promossi a pieni voti. Provare per credere.

NN

martedì 6 febbraio 2018

“Totale trasparenza” Spumante di Qualità Bianco Christian Bellei Metodo Classico Vendemmia 2013, Produttore Cantina della Volta

Totale trasparenza
Ancora loro. Ormai sono lanciato.
In realtà dopo questo ottimo spumante ho un’altra cartuccia da sparare…
Ho cominciato con il lambrusco rosè metodo classico (https://trytobewine.blogspot.it/2018/01/ci-dispiace-lambrusco-rose-di-modena.html). Ho continuato con un altro lambrusco di Sorbara in purezza, il “Rimosso” (https://trytobewine.blogspot.it/2018/02/melograno-lambrusco-di-sorbara-doc.html). Insisto oggi con questo spumante vinificato in bianco, sempre con uve di Lambrusco di Sorbara
La Cantina della Volta è un produttore piuttosto recente, nasce infatti nel 2010 (dalle fondamenta della vecchia cantina di famiglia del 1920).
La loro “mission” è quella di dare al Lambrusco di Sorbara un’immagine di qualità. Con il Rosè avevano fatto un gran lavoro, ottimo anche il “Rimosso”. Sentiamo questo spumante…
Analisi generale (Lambrusco di Sorbara DOC)…
L’Emilia-Romagnaà L'Emilia-Romagna rappresenta una delle più grandi regioni vitivinicole in termini di estensione, con circa 60.000 ettari vitati. La superficie regionale è perlopiù pianeggiante, e con una resa tra le più elevate d’Italia. Non esattamente un segno di qualità.
Le zone di Reggio-Emilia e Modena sono invece dominate dalla coltivazione del Lambrusco, nelle varietà Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco e l'Ancellotta. Il Lambrusco di Sorbara e il Lambrusco Grasparossa sono più diffusi nel Modenese.
Il vitigno à Il termine Lambrusco indica una serie di vitigni a bacca nera differenti e il vino prodotto con questi. In Italia esistono diverse DOC e IGT specifiche per il lambrusco. Il Lambrusco di Sorbara prende il suo nome dalla frazione di Sorbara del comune di Bomporto, nel modenese. È caratterizzato dal fenomeno dell'acinellatura, dovuto ad un aborto floreale spontaneo che provoca una sensibile perdita di prodotto. Tale fenomeno pare sia provocato in via principale dalla sterilità del polline. Questa particolare caratteristica del vitigno Lambrusco di Sorbara contribuisce a renderlo unico.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: principalmente nella provincia di Modena
-          Base ampelografica: Lambrusco di Sorbara: minimo 60%, Lambrusco Salamino: massimo 40%; altri Lambruschi, da soli o congiuntamente fino a un massimo del 15%.Affinamento/invecchiamento: Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 11,00% vol.;
o   acidità totale minima: 6,0 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
o   colore: rosato più o meno intenso;
o   odore: gradevole, fine, gentile, floreale, ampio e composito;
o   sapore: da brut nature a dolce, abboccato o semisecco, amabile, dolce, fresco, sapido ed armonico;
o   spuma: fine e persistente.
Eccoci ora al “mio
Spumante di Qualità Bianco Christian Bellei Metodo Classico Vendemmia 2013, Produttore Cantina della Volta
Si tratta di un lambrusco spumante prodotto con metodo classico, con uve di Lambrusco di Sorbara vinificate in purezza, in bianco. Non molto frequente. Una piacevole particolarità di una cantina sempre all’avanguardia.
Vendemmia, come sempre, selezionata e fatta a mano.
La fermentazione avviene in tini d’acciaio, con successivi 6 mesi di affinamento. La rifermentazione avviene ovviamente in bottiglia, come richiede il metodo classico, maturando sui lieviti per 34 mesi. Successivamente ha luogo il dégorgement (per la mia bottiglia è avvenuto a marzo 2017) e l’aggiunta della liqueur d’expédition.
Bottiglia sempre molto bella. Vetro bianco, sapientemente protetto dalla luce dall’apposita pellicola rossa. Trasparenza…totale. Dalla bottiglia al contenuto al retro etichetta. L’etichetta davanti è in bianco con qualche scritta a colori. Per capirci ho dovuto approfittare dei rilievi…quasi a leggere in braille.
Chiaro? No. Però a un qualcosa nel complesso che la rende grandiosa. Poco pratico ma bello.
Poi niente è lasciato al caso. Sia la capsula che la gabbietta sono rigorosamente a tema. Tutto molto ben fatto.
Si legge poco si…però ottimo effetto…Trasparenza totale.
Campeggia sempre fiero il simbolo della barca da fiume.
Verso il vino nel bicchiere.
Ancora la trasparenza. Si rivela di un giallo paglierino super tenue, quasi impercettibile.
Effervescenza fine, persistente e intensa.
Lo annuso.
Frutta a polpa bianca quasi acerba, intenso agrumato, citrico di limone e leggero pompelmo, mela renetta. Si saliva solo ad annusarlo. Floreale d’arancio e una leggera camomilla…sarà però io ce l’ho sentita.
Continuo ad annusarlo, sento la crosta di pane, il lievito e un’intensa nota minerale fresca.
Bel naso davvero.
Lo bevo. Vivace la bollicina. Grandissima freschezza.
Giustamente alcolico, 12.5 gradi.
Davvero una piacevole bevuto.
Lo trovo ottimo come aperitivo, servito intorno a 6/8°.
Da comprare?
Si. Costo 20 euro circa. Molto buono. Si apprezza dal primo all’ultimo sorso. Da provare

NN

lunedì 5 febbraio 2018

“Melograno” Lambrusco di Sorbara D.O.C. “Rimosso”, anno 2016, produttore Cantina della Volta.

“Melograno”
Continuo ormai imperterrito a provare quanto ha da offrire quest’ottimo produttore.
Quando chi ti offre il vino si dimostra altamente affidabile, hai come la necessità di testarlo a 360 gradi.
È questo il caso.
Ho cominciato con il lambrusco rosè metodo classico (https://trytobewine.blogspot.it/2018/01/ci-dispiace-lambrusco-rose-di-modena.html). Continuo con un altro lambrusco di Sorbara in purezza.
La Cantina della Volta è un produttore piuttosto recente, nasce infatti nel 2010 (dalle fondamenta della vecchia cantina di famiglia del 1920).
La loro “mission” è quella di dare al Lambrusco di Sorbara un’immagine di qualità. Con il Rosè avevano fatto un gran lavoro. Vediamo se anche il “Rimosso” è sulla stessa linea d’onda”…
Analisi generale (Lambrusco di Sorbara DOC)…
L’Emilia-Romagnaà L'Emilia-Romagna rappresenta una delle più grandi regioni vitivinicole in termini di estensione, con circa 60.000 ettari vitati. La superficie regionale è perlopiù pianeggiante, e con una resa tra le più elevate d’Italia. Non esattamente un segno di qualità.
Le zone di Reggio-Emilia e Modena sono invece dominate dalla coltivazione del Lambrusco, nelle varietà Lambrusco Salamino, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco e l'Ancellotta. Il Lambrusco di Sorbara e il Lambrusco Grasparossa sono più diffusi nel Modenese.
Il vitigno à Il termine Lambrusco indica una serie di vitigni a bacca nera differenti e il vino prodotto con questi. In Italia esistono diverse DOC e IGT specifiche per il lambrusco. Il Lambrusco di Sorbara prende il suo nome dalla frazione di Sorbara del comune di Bomporto, nel modenese. È caratterizzato dal fenomeno dell'acinellatura, dovuto ad un aborto floreale spontaneo che provoca una sensibile perdita di prodotto. Tale fenomeno pare sia provocato in via principale dalla sterilità del polline. Questa particolare caratteristica del vitigno Lambrusco di Sorbara contribuisce a renderlo unico.
Il vinoà Il disciplinare, in breve così dispone:
-          Zona di produzione: principalmente nella provincia di Modena
-          Base ampelografica: Lambrusco di Sorbara: minimo 60%, Lambrusco Salamino: massimo 40%; altri Lambruschi, da soli o congiuntamente fino a un massimo del 15%.Affinamento/invecchiamento: Caratteristiche:
o   titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 11,00% vol.;
o   acidità totale minima: 6,0 g/l;
o   estratto non riduttore minimo: 16,0 g/l.
o   colore: rosato più o meno intenso;
o   odore: gradevole, fine, gentile, floreale, ampio e composito;
o   sapore: da brut nature a dolce, abboccato o semisecco, amabile, dolce, fresco, sapido ed armonico;
o   spuma: fine e persistente.
Sulla scheda analitica del prodotto si trova quanto segue: Grado Alcolico 11,5 % vol., Zuccheri residui 0,3 g/l, Acidità totale 8,10 g/l, Anidride Solforosa totale 60 mg/l.
Eccoci ora al “mio

Un prodotto molto apprezzato, non c’è dubbio. Gambero rosso lo ha premiato con i famosi “Tre bicchieri” già nel 2014 e poi nel 2015.
Si tratta di un lambrusco rifermentato naturalmente in bottiglia, lasciato sui lieviti e non sboccato.
Già mi piace.
Solfiti presenti con un contenuto nettamente inferiore al limite legale consentito (60 mg/l sui 150 mg/l consentiti).
Uve utilizzate: quelle del Lambrusco di Sorbara DOC coltivate nei terreni alluvionali del fiume Secchia e vinificate qui in purezza.
Vendemmia selezionata fatta a mano.
La fermentazione avviene in tini d’acciaio, con successivi 6 mesi di affinamento. La rifermentazione avviene nella bottiglia già tappata, secondo l’antica tecnica della fermentazione naturale. Rimane in affinamento sui lieviti senza essere sboccato, facendo sì che il vino alla mescita presenti una lieve velatura.
Controllo la bottiglia. Sempre molto elegante. Nessun dettaglio lasciato al caso. Bello il collo decorato con il nome della contina. Retro-etichetta molto chiaro e conciso.
Bello il simbolo della barca da fiume. Da loro stessi mi è stato spiegato che: “siamo adiacenti ad un canale navigabile conosciuto come Naviglio. E queste barche si riempivano di derrate alimentari e facevano la volta per tornare verso la città”. Da qui il nome e il simbolo.
Verso il vino nel bicchiere.
Si rivela di un rosso particolare, un rubino acceso, quasi brillante che rimane abbastanza trasparente nonostante i lieviti. Ricorda molto il colore del melograno, da qui il nome della mia recensione.
Effervescenza persistente e intensa.
Lo annuso.
Frutta rossa fresca. Lampone, ribes, melograno anche al naso oltre che alla vista, fragolina di bosco.
Continuo ad annusarlo, sento la crosta di pane, il lievito e un’ottima nota minerale fresca.
Bel naso davvero.
Lo bevo. Vivace la bollicina. Gran freschezza.
Poco alcolico, 11.5 gradi.
Davvero una piacevole bevuto.
Lo trovo ottimo come aperitivo, servito intorno ai 10°.
Quindi?
Bel prodotto. Si trova intorno ai 10/12 euro. Una buona bevuta da tutti i giorni. Molto piacevole.
Sicuramente consigliato.

NN