martedì 9 gennaio 2018

"Ascoltando"

Mi sono già esposto illustrando il mio pensiero in merito alle Etichette del Vino (al di là delle dovute eccezioni).
Data la mia ignoranza in materia, ho deciso di porre questa domanda a chi di illustrazione si occupa e l'ha studiata.

Ps. Mi riservo in un quanto più prossimo futuro di descrivervi gli elementi legali dell'etichettatura.
Intanto ecco a voi.

Giulia: "Parlando per mio gusto personale, non mi piacciono le etichette con caratteri spropositati.
Ovviamente il nome del vino deve essere ben leggibile ma la leggibilità e la dimensione del carattere non sono necessariamente la stessa cosa. Nell'etichetta di un vino mi piace vedere qualcosa che rappresenti il suo luogo di provenienza, che sia lo stabilimento o il vigneto".

Giultzz: "Secondo me una buona etichetta deve essere originale, deve attirare l'attenzione ed essere ben leggibile, quindi deve possedere un ottimo equilibrio cromatico.
Apprezzo le etichette originali ma non quelle che sembrano un'accozaglia di nomi, colori e linee.
Non solo non mi è chiaro cosa vuole esprimere, ma non mi invoglia nemmeno a comprare il prodotto.
Un'etichetta davvero funzionale deve avere un equilibrio perfetto frà originalità e chiarezza, mi deve incuriosire ma non deve essere "difficile da capire".
Le etichette di Donnafugata ne sono l'esempio perfetto.
I soggetti sono semplici, chiari e leggibili, ma allo stesso tempo le illustrazioni sono sempre originali.
Quando le vedo penso "perchè ha deciso di disegnare una donna con una farfalla per questo vino? O una donna che piange?"
La palette di colori è sempre perfetta e lo stile nel disegno lo rende leggibile anche a un bambino.
E' ovviamente frutto di un grande professionista che ha colto in pieno quella che per me è l'etichetta perfetta".

Sofia: "Io non sono una grande intenditrice di vini, ma personalmente se mi commissionassero un'etichetta userei un font classico calligrafico (ma non quelli troppo arzigogolati in cui non ci si legge niente) e userei come colore dell'etichetta uno sfondo seppia/anticato che ricorda molto il colore delle botti.
Il richiamo al luogo di provenienza lo metterei, magari un sigillo, sul fronte (vedi ad esempio il Sigillo Rainoldi, o lo Stemma Antinori). Una bella illustrazione magari preferirei metterla sul retro.
In sostanza la farei molto classica, non troppo grafica, con un fronte pulito e un retro esplicativo!"

Sara: "l'etichetta del vino è come un biglietto da visita, sopratutto per chi non ne sa molto.
E' vero che non si giudica un libro dalla copertina ma in libreria si sceglie sempre la copertina che ci attrae di più.
Secondo me una buona etichetta deve essere equilibrata, deve rispecchiare il carattere del vino e allo stesso tempo attrare il cliente, ad esempio:
Se si tratta di un gran vino di carattere cercherei di farlo capire puntando a uno stile elegante con una colorazione intensa. Dovrebbe avere una serie ridotta di colori e un font d'impatto perché spesso troppe decorazioni non attraggono affatto anzi, distraggono lo spettatore.
Bisogna anche rispettare il gusto "generale", ad esempio al momento le persone sono attratte da un design minimal piuttosto che da stemmi medievali e scritte arzigogolanti come ho visto
in tanti vini.
Ma io andrei anche oltre il colore ed il font.
Potrebbe essere interessante giocare sul taglio stesso dell'etichetta: stretta e lunghissima, obliqua, divisa in sezioni, ecc
Oppure sullo spessore, come incisioni sulla bottiglia.
L'importante per un etichetta è attrarre il cliente e valorizzare il prodotto. Scegliamo sempre ciò che è diverso, inaspettato e spicca sul resto".

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