“Il miracolo del Catrame”
Amarone della Valpolicella DOC “Le
Guaite di Noemi”, anno 2007, produttore Le Guaite di Noemi
Verso un altro
bicchiere. Poi ricontrollo la bottiglia con lo sguardo…
Piena…
Un miracolo. La
bottiglia di amarone infinita…un sogno.
Però strano.
Forse i 16 gradi e
mezzo si stavano facendo sentire.
Prendo la bottiglia
in mano.
Risolto il mistero e
svanito il sogno.
Il vino non filtrato
era stato conservato inclinato verso il basso (per non far seccare il tappo) e
il sedimento dopo anni si era “calcificato” sulla parte alta della bottiglia
illudendomi…peccato.
Lo guardo
incuriosito. Il sedimento era nero. Nero come il catrame.
L’ho guardato e
riguardato.
Bello.
Avevo
acquistato quella bottiglia perché ero assetato di amarone.
Cercavo
altre espressioni, altre interpretazioni di questo grandissimo prodotto veneto.
Mi
era passato sott’occhio questo produttore.
Nati
come produttori di olio 1987 e lanciatisi nel mondo del vino nel 2002, quando
iniziano la loro produzione.
Giovani
produttori quindi.
Bello,
mi piace.
L’azienda
si trova nel comune di Mezzane di Sotto, in provincia di Verona, con dieci
ettari vitati di proprietà dell’azienda.
Insomma
questo vino lo sanno fare o no?
Amarone della Valpolicella DOC “Le Guaite di Noemi”, anno 2007,
produttore Le Guaite di Noemi
Analisi generale…
Il Venetoà Il Veneto è una delle Regioni dove il vino è sinonimo di
qualità. Un elemento alla base della sua cultura. Questa Regione costituisce il
primo produttore di vino in termini quantitativi in Italia. Infatti, questa
terra è particolarmente vocata.
Vi
sono importanti catene montuose e una vasta zona pianeggiante, dove si
riscontrano notevoli escursioni termiche tra estate e inverno. Mitigate sono le
temperature invernali in prossimità del Lago di Garda e nelle zone costiere e
pianeggianti, particolarmente torride sono invece durante la stagione estiva.
Il vitigno à
Le zone delle Colline del Garda Veronese e la Valpolicella, culla del vino di
oggi, sono caratterizzate da tre vitigni a bacca nera: Corvina, Rondinella e
Molilnara (che ormai non è più segnalata nel disciplinare). La Corvina,
vedremo, particolarmente predisposta all’appassimento.
Il vinoà
La leggenda dell’Amarone della Valpolicella vuole che sia figlio di una “dimenticanza”. Si narra infatti che un
produttore dimenticatosi delle botti contenenti il “Recioto della Valpolicella”
abbia ottenuto l’Amarone. Questo vino pare infatti sia l’evoluzione del
Recioto. Il Recioto è infatti un vino rosso dolce, ottenuto dall’appassimento
delle uve precedentemente elencate, che danno appunto vita al vino stesso.
L’Amarone è figlio del compiuto svolgimento di tutti gli zuccheri presenti nel
Recioto. In altre parole, un mosto di uve passite portato a completa fermentazione.
Insomma, da un errore è nato un grande vino.
Sarà vero?
Non lo so, però ci voglio credere.
Il vino è DOCG dal 2010, ecco perché sulla bottiglia, datata
2007, risulta DOC
Il disciplinare, in breve così dispone:
-
Zona di
produzione: sintetizzerei con le zone a nord-est di Verona, in una sorta di
mezzaluna (per non annoiarvi troppo).
-
Base
ampelografica: Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è
tuttavia ammesso in tale ambito la presenza del Corvinone nella misura massima
del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina; Rondinella dal 5 %
al 30 %. Sono ammessi fino ad un massimo del 25% totale le uve provenienti dai
vitigni:
o
a) a bacca rossa non aromatici, ammessi alla
coltivazione per la provincia di Verona[1],
nella misura massima del 15%, con un limite massimo del 10% per ogni singolo
vitigno utilizzato;
-
Caratteristiche:
o
titolo
alcolometrico volumico effettivo minimo: 14% vol.
o
zuccheri
riduttori residui massimo (in sostanza gli zuccheri non fermentati che rimangono
nel vino): 12 g/l in presenza di un titolo alcolometrico effettivo di 14%
vol.; sono consentiti ulteriori 0,1 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 %
vol. di titolo alcolometrico effettivo oltre i 14 % vol. e fino ai 16 % vol., e
0,15 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico
effettivo oltre 16% vol.
o
acidità
totale minima: 5,0 g/l;
o
estratto
non riduttore minimo: 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione “riserva”.
o
colore:
rosso carico tendente eventualmente al granato con l’invecchiamento;
o
odore:
caratteristico, accentuato;
o
sapore:
pieno, vellutato, caldo.
Eccoci ora al “mio”
Amarone
della Valpolicella DOC “Le Guaite di Noemi”, anno 2007, produttore Le
Guaite di Noemi
Bottiglia esteticamente ineccepibile.
Molto bella la fantasia e la grafica. D’impatto.
Retro-etichetta conciso e nitido.
16,5 gradi.
Non filtrato.
Verso il vino nel bicchiere.
Rosso rubino impenetrabile con tendenze granata.
Al naso esplode. Incredibile ogni secondo che passa.
Amarena sotto spirito potentissima.
Prugna secca.
Poi delle sensazioni agrumate, quasi di chinotto.
Poi agguanto un’arancia candita.
Poi cacao.
Sembra una Sacher.
Liquirizia in ogni sua forma.
Fondi di caffè.
Poi pot-pourri.
Fatico a stargli dietro. Tabacco, spezie di cannella e
chiodi di garofano, pepe.
Il tutto condito da un deciso sentore balsamico.
Naso suntuoso. Niente da dire. Non riuscivo a berlo.
Aspettavo ogni volta qualcosa di nuovo.
Cedo e finalmente l’assaggio
Esplosione di gusto. Gran corpo. Giustamente tannico. Caldo,
avvolgente, rotondo. L’importante grado alcolico si cela dietro la sua grande
struttura. Gradevole sapidità.
Davvero un gran bel vino.
Fantastico amarone.
Costo intorno ai 50 euro. Assolutamente ben spesi. Da
provare e riprovare.
Accidenti se lo sanno fare il vino!
NN
[1]
Cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004
(GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1)
[2]
ai sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione
per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti
approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi
aggiornamenti (allegato 1)
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